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Decreto antifrodi: ricaduta finale sul condomino proprietario
Chi verrà tirato in ballo in caso di revoca delle fiscali dopo il decreto antifrodi!
di Pier Paolo Bosso* – @PierPaoloBosso
Fidarsi è difficile, sapere di chi fidarsi, ancora più difficile; ma non bisogna fidarsi neppure di sé stessi, specie se ci si avventura in un’iniziativa con rischi economici forti, come i lavori rientranti nei vari superbonus e sismabonus del 110 %, e bonus minori del 90 % o del 50 %. Dopo che Ministero delle Finanze e Guardia di Finanza hanno scoperto indebite richieste di finanziamento, specialmente del bonus facciate, la politica ha reagito con il Dl 157 dell’ 11 novembre scorso, entrato in vigore il giorno dopo. Molti son preoccupati, per lavori deliberati ma che possono rientrare nei futuri controlli dell’Agenzia delle entrate. Le colpe di questo stato di fatto: a) il legislatore avrebbe dovuto far più chiarezza su limiti di spesa e preziari da applicare, non solo per il superbonus 110 % ma per tutti gli altri bonus, chiedendo sempre attestazione di congruità dei prezzi e visto di conformità fiscale, senza aspettare che emergessero fenomeni di malaffare su cessioni del credito e/o sconti in fattura; b) imprese e professionisti, che spesso hanno approfittato dell’ignoranza in materia dei committenti proprietari di villette o condòmini ed ai quali sono stati proposti contratti, capitolati, computi metrici e compensi per prestazioni professionali con prezzi fuori mercato; c) amministratori di condominio non sufficientemente preparati per gestire iniziative come superbonus e bonus, materia nuova per tutti e, soprattutto, per importi di lavori elevatissimi, di solito con proporzionali compensi extra richiesti per assistenza lavori; d) committenti, proprietari di villette o condòmini di edifici attratti dal miraggio di eseguire lavori che mai avrebbero eseguito se avessero dovuto provvedervi anticipando e pagando (in tutto o in parte) con denaro proprio, anche se godendo poi delle detrazioni fiscali negli anni. Tutti hanno dimenticato che sono lavori finanziati, in varia misura, da denaro pubblico dei contribuenti italiani; se avessero dovuto venire pagati di tasca propria dai committenti, i prezzi richiesti sarebbero stati oggetto di trattative minuziose ed analitiche, richiesta di diversi preventivi a imprese e professionisti. Chi ha frequentato e frequenta assemblee condominiali sa che le uniche domande fatte dai condòmini erano e sono volte a sapere se e quanto rimane da pagare a loro carico dopo cessione del credito o sconto in fattura, senza interpellare e confrontare preventivi di più ditte e professionisti. E poi, se possibile, come far rientrare nel finanziamento fiscale lavori non rientranti nel superbonus o bonus. Sono colpevoli leggerezze che rischiano di costare caro al committente ora che lo Stato ha deciso di porre deterrenti ad abusi sui costi finanziati. E questi concorsi di colpa di ognuno degli attori coinvolti saranno l’oggetto delle battaglie legali, dello scaricabarile e delle reciproche azioni di rivalsa giudiziale in caso di revoca (o parziale revoca) delle detrazioni fiscali da parte dell’Agenzia delle entrate.
*Presidente Confedilizia Piemonte e Valle d’Aosta, Coordinamento legali Confedilizia
Fonte: Confedilizia notizie, n. 32 Gennaio 2022